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La de-globalizzazione dell’industria automobilistica

by Giacomo Calef

La de-globalizzazione dell’industria automobilistica

La globalizzazione è un network di processi economici, sociali, politici e culturali che attraversano i confini nazionali. Nel corso della storia, abbiamo assistito a un incremento del commercio internazionale, di governance sovranazionale e di condivisione di tecnologie. La globalizzazione ha permesso la creazione delle Global Value Chains, ovvero catene di fornitura e produzione frammentate tra diversi luoghi, rese possibili dalla specializzazione dei paesi. Le aziende scelgono i luoghi di approvvigionamento o manifattura in base ai costi minori, per essere più efficienti e competitive. Di conseguenza, la globalizzazione porta vari benefici, quali innovazione, comunicazione e crescita economica, supportata dall’aumento della produttività.

Ad oggi, assistiamo alla de-globalizzazione, che consiste nella riduzione delle connessioni finanziarie ed economiche tra paesi. Gli eventi che disturbano l’economia mondiale inducono le aziende ad avvicinare le catene di fornitura e ridurre le Global Value Chains. Questo viene svolto tramite il nearshoring, il trasferimento della produzione o della fornitura in paesi più vicini, il reshoring, il trasferimento nel proprio paese, e il friendshoring, il trasferimento in nazioni alleate. Negli ultimi anni, svariate crisi globali hanno creato disturbi alle catene di fornitura, riducendo la crescita del commercio internazionale (grafico sopra rappresentato). Innanzitutto, la pandemia ha causato la chiusura di fabbriche e la difficoltà dei trasporti. Inoltre, la guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica hanno incrementato i costi di produzione, e ridotto l’accesso delle aziende al mercato russo. Infine, le tensioni tra Stati Uniti e Cina hanno portato all’aumento dei dazi. L’industria automobilistica è stata particolarmente influenzata da questi eventi. La chiusura della Cina e la carenza di semiconduttori hanno portato i produttori di auto a ridurre la propria dipendenza dal paese, nonostante il rischio di aumento dei costi spostando la produzione. Per esempio, Volkswagen ha reindirizzato la propria attenzione sugli Stati Uniti, con lo scopo di raddoppiare la propria quota di mercato concentrandosi sui veicoli elettrici. Recentemente, gli Stati Uniti hanno discriminato le aziende automobilistiche estere tramite l’Inflation Reduction Act. Il decreto riduce la capacità delle aziende europee, che ad oggi esportano $39 miliardi di automobili al paese, di competere con quelle americane. Questo ambiente protezionistico potrebbe tutelare le aziende dalla dipendenza dai mercati esteri e da rischi geopolitici. Ad ogni modo, diminuisce il commercio internazionale, aumenta i costi e riduce efficienza e competizione, limitando i benefici della globalizzazione. Questa settimana, il Fondo Monetario Internazionale ha specificato nella sua relazione sulla crescita mondiale che le nazioni devono sforzarsi per mantenere l’integrazione dell’economia globale.

Fonti: McKinsey, Forbes, NS Partners, The Wall Street Journal, The Economist, World Economic Forum, FMI

Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.

Nota settimanale 14.04.2023

  1. Panoramica macro
  2. La de-globalizzazione dell’industria automobilistica
  3. La Cina chiama gli investitori esteri

 

 

 

 

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Antonio Mira
CHIEF FINANCIAL OFFICER, MEMBER OF THE EXECUTIVE COMMITTEE

Antonio Mira joined NS Partners in 2006 as Group Chief Financial Officer. He heads the corporate functions and is involved in coordinating and implementing the decisions of the Executive Committee.
An experienced bank auditor, Antonio started his career in 1995 with Arthur Andersen, where he worked for some 7 years before joining Ernst & Young in 2002 as a Senior Manager.
Antonio is a Swiss chartered accountant and a Business graduate of Lausanne University (HEC).

Sébastien Poiret
DEPUTY HEAD OF WEALTH MANAGEMENT

Sébastien Poiret joined NS Partners in 2008 and manages funds of hedge funds and private client mandates. He also oversees the development of the Group’s offices in Mauritius.

Prior to joining NS Partners, he served as a Trader, Head of Manager research and Portfolio Manager in the USA and Switzerland for a single hedge fund (1998-2004) and for Optimal (2004-2008), Grupo Santander’s fund-of-hedge funds operations.

Sébastien holds a Bachelor’s degree in Corporate Finance from the ESPEME Business School (EDHEC Group) and an MBA in Finance and Economics from the Institute of Business Administration, both in Nice.

Abir Oreibi
BOARD DIRECTOR

Abir Oreibi joined the Board of the NS Partners Group in 2018, where she brings her truly international perspective and rich experience.
Among many other ventures, Abir set up Alibaba.com’s first European office. After living and working in Shanghai, Hong Kong, Bangkok and London, she now lives in Geneva, where she is CEO of Lift Events, an organization that identifies technology trends, their business and social impact through the organization of events and open innovation programs. Issues related to the challenges and opportunities created by new technologies as well as the strategic responses from organizations are at the heart of Lift’s activities.
Abir holds a BA in Political Sciences from the University of Geneva. She is an investor, and member of advisory and innovation boards.

Romain Pidoux, CAIA

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Romain Pidoux joined NS Partners in 2011 and heads the Group’s Risk Management.
He started his financial career in 2005 as Head of Quantitative Analysis for a Swiss Family Office, selecting funds and managing portfolio allocation. In 2008, he switched to the alternative world and joined Peak Partners as hedge funds analyst.
He is a Chartered Alternative Investment Analyst (CAIA) and holds a Master’s degree in international relations from the Graduate Institute of International Studies at Geneva University.

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