Curva dei rendimenti: implicazioni per il credito
In un contesto di incertezza economica globale, alimentato da conflitti geopolitici e dalle imminenti decisioni delle banche centrali, è essenziale comprendere i segnali del mercato obbligazionario per orientare le scelte d’investimento. Uno degli indicatori più rilevanti di potenziali recessioni è l’inclinazione della curva dei rendimenti, misurata dalla differenza tra il rendimento dei Treasury a 10 e 2 anni. Normalmente, la curva ha una pendenza positiva, poiché gli investitori richiedono rendimenti maggiori per impegni a lungo termine. Tuttavia, storicamente, la curva si è invertita prima di crisi economiche, anticipando spesso turbolenze nei mercati. L’inversione si verifica quando l’economia rallenta, l’inflazione scende e la disoccupazione aumenta, spingendo i mercati a prevedere tagli dei tassi da parte della Fed. In queste fasi di maggiore incertezza, si osserva il cosiddetto “bull steepening“: i rendimenti a breve termine scendono più rapidamente di quelli a lungo termine, riflettendo le aspettative di una politica monetaria più accomodante. Questo fenomeno influisce sugli spread creditizi, poiché gli investitori cercano rifugio in asset di qualità superiore, favorendo titoli investment grade rispetto agli high yield più rischiosi. Di conseguenza, gli spread tra queste due categorie si allargano, con i rendimenti degli investment grade che calano per via della maggiore domanda, mentre gli high yield devono offrire rendimenti più elevati per compensare il rischio percepito.
Come mostra il grafico, i periodi di inversione della curva sono spesso seguiti da un forte aumento degli spread di credito. Tuttavia, non è l’inversione a innescare questo movimento, bensì il successivo ripido re-steepening. Un esempio chiave è la crisi del 2008: la curva si invertì nel 2005, ma gli spread esplosero solo nel 2007, quando la curva tornò a salire. A quel punto, gli spread esplosero da un minimo di 240 punti base a un massimo allarmante di 1.830 punti base. Attualmente, la curva dei rendimenti è rimasta invertita per oltre due anni e ha recentemente registrato un re-steepening impressionante di 124 punti base. Gli spread di credito, tuttavia, sono rimasti relativamente contenuti e si mantengono al di sotto della media storica. Anche se non c’è certezza che la storia si ripeterà e che gli spread raggiungeranno nuovi massimi, è improbabile che rimangano a livelli così compressi, soprattutto considerando le incertezze legate alle imminenti elezioni statunitensi e ai conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente. In questo contesto, è consigliabile privilegiare titoli di qualità, come gli investment grade, per ridurre il rischio di credito.
Fonti: NS Partners, Bloomberg
Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.
Nota settimanale 11.10
- Panoramica mercati
- Curva dei rendimenti: implicazioni per il credito
- Cina: il bazooka spara a salve?
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