L’inflazione può solo rallentare
In Europa i modelli macroeconometrici prevedono un ritorno della crescita dei prezzi al consumo verso il target del 2%, ma solo per l’inizio del 2025. I dati sono quindi in linea con i commenti del Governatore della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, che la settimana scorsa ha sottolineato che parlare ora di tagli dei tassi di interesse è “assolutamente prematuro”. A sostenere la sua visione è anche il risultato di un sondaggio di alcuni economisti, diffuso da Reuters, che sottolinea come non ci si aspetti più nessun rialzo nell’attuale ciclo di politica monetaria, aggiungendo però che un probabile taglio al costo del denaro potrebbe avvenire solo a luglio 2024. I mercati, invece, la pensano diversamente. I futures sui tassi della BCE stimano una prima riduzione del costo del denaro già ad aprile, sebbene è risaputo che le stime possano variare notevolmente di mese in mese.
Attualmente l’inflazione headline nell’Eurozona è scesa molto, al 2,9% ad ottobre, mentre l’indice core, ovvero quello al netto dei beni energetici ed alimentari, resta ancora sopra la soglia del 4%, precisamente al 4,2%. Negli Stati Uniti, invece, l’indice core ha rallentato ad ottobre al 4% mentre l’headline è scesa al 3,2%. Alla luce di questo, i commenti di Lagarde restano quindi giustificati. La stretta monetaria della BCE deve ancora sortire i suoi pieni effetti e per farlo bisognerà attendere. Di conseguenza, i tassi di interesse in Europa potrebbero rimanere elevati almeno fino al secondo trimestre 2024 e questo significherebbe che i mercati azionari non potranno ancora compiere un vero e proprio balzo in avanti, sebbene, nel 2023, gli indici europei siano comunque in territorio positivo. Tutto questo, però, al netto di eventuali escalation del conflitto in Medio Oriente che potrebbero mettere sotto pressione i mercati delle commodities e, potenzialmente, cambiare le prospettive sulla direzione della politica monetaria, nel caso in cui ci sia una ripresa delle pressioni inflazionistiche. Ciò che è certo, è che la discesa dei prezzi dai valori odierni fino al target del 2% sarà molto più lenta e graduale rispetto al ribasso, molto più celere, osservato dai picchi dell’anno scorso fino ai livelli attuali.
Fonti: Bloomberg, Reuters.
Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.
Nota settimanale 17.11.2023
- Panoramica macro
- L’inflazione può solo rallentare
- La distruzione creatrice dell’intelligenza artificiale
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