La discesa del petrolio degli ultimi mesi

by Giacomo Calef Dec 16 2022

La discesa del petrolio degli ultimi mesi

Nelle ultime settimane vi è stato un susseguirsi di notizie, come ad esempio il price cap sul prezzo del petrolio russo da 60 dollari, la riapertura dell’economia cinese e gli stoccaggi Usa ai minimi da 40 anni, che avrebbe dovuto creare un differenziale tra domanda e offerta di greggio, con un impatto rialzista sui prezzi petroliferi. Invece nell’ultimo mese i prezzi del petrolio Wti sono scesi da 90 dollari al barile a circa 70 dollari.

Future Petrolio Greggio WTI (dal 16.11 al 15.12)

Il primo motivo che si cela dietro questa discesa dei prezzi è legato all’arrivo di una possibile recessione in molte aree del mondo. Gli indici Pmi manifatturieri infatti, anticipatori di un’espansione o contrazione economica, segnano tutti un valore inferiore al 50 (che significa una contrazione) per le principali economie mondiali, in particolare per Cina ed Europa (rispettivamente secondo e terzo consumatore più grande di greggio). Il secondo motivo riguarda la Cina. Nel principale Paese asiatico un terzo della popolazione sopra i 60 anni non ha ancora ricevuto la terza dose del vaccino anti-Covid. In aggiunta, uno studio ha mostrato che i vaccini cinesi Sinovac e Sinopharm hanno il doppio delle possibilità di far riammalare una persona di Covid-19 con ricadute gravi, rispetto ai vaccini occidentali. Con queste premesse, gli analisti stimano che a seguito dell’allentamento delle politiche zero-Covid e con i festeggiamenti del prossimo Capodanno cinese, i casi di nuovi positivi esploderanno, portando al calo dei consumi di benzina di circa il 10%. La terza motivazione che pesa nell’attuale discesa dei prezzi riguarda la Russia. La sua offerta di petrolio, che vale circa il 10% della produzione mondiale, non sembra essere stata particolarmente indebolita dalle sanzioni. Il Cremlino infatti, riesce ancora ad esportare la maggior parte del greggio in Cina, India e Indonesia. Il fatto che l’offerta continui a funzionare ha spinto di conseguenza i prezzi al ribasso (maggiore l’offerta, minore sarà il prezzo). Nel frattempo, l’Opec+ è pronto ad intraprendere “azioni immediate” per stabilizzare i prezzi del petrolio. Questo vuol dire che il cartello potrebbe riunirsi prima del meeting previsto a giugno 2023 e indire un nuovo taglio alla produzione per far rialzare i prezzi del petrolio.

Fonti: investing.com, Reuters.com, Skytg24

Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.

Nota settimanale 16.12.2022

  1. Panoramica macro
  2. La discesa del petrolio degli ultimi mesi
  3. Nel 2022 la correlazione tra azioni e bond diventa positiva

 

 

 

 

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