Tetto al prezzo del gas e possibili ripercussioni
Alle sanzioni imposte dai paesi occidentali alla Russia, a causa dell’aggressione nei confronti dell’Ucraina, si è accomunata una grande speculazione sul mercato del gas naturale. Il prezzo di questa materia prima, quotata ad Amsterdam, durante le negoziazioni delle scorse settimane ha toccato la cifra record di 345 euro al Mwh. Per questa ragione il costo dell’energia elettrica che le imprese e famiglie sono costrette a pagare, sta avendo implicazioni importanti sull’economia reale. A tal proposito, sempre più governi dei paesi europei hanno incominciato a discutere l’introduzione di un cosiddetto tetto al prezzo del gas, ultima la Germania in seguito al raggiungimento dei suoi obiettivi di stoccaggio.
Tuttavia, non esiste ancora una proposta univoca su come debba essere attuato tale price cap, su cui ormai si discute da diversi mesi, per cui per avere delucidazioni bisognerà aspettare le dichiarazioni della presidente della Commissione del 14 settembre e la riunione del 9 settembre dei ministri dell’energia europei. Inoltre, verrà presa anche una decisione sul decoupling, ossia lo sganciamento tra elettricità e gas, il cui meccanismo sta trascinando al rialzo i prezzi di tutta l’energia prodotta, come le rinnovabili. In attesa di tali date, comunque, alcuni esponenti politici hanno già presentato diverse proposte attuative su come attuare un tetto al prezzo del gas. Si è discusso un eventuale tetto imposto su base nazionale al costo del gas per la sola produzione di elettricità, come accaduto nella penisola iberica, che tuttavia necessiterebbe l’autorizzazione della Commissione Europea a causa delle numerose interconnessioni dei sistemi elettrici europei, che creerebbero una eccessiva alterazione dei mercati. Un’altra proposta, invece, riguarda il mercato spot che ha sede alla borsa di Amsterdam per cui si è suggerito, con lo scopo di limitare la speculazione, di imporre dei tassi massimi sulle contrattazioni. Infine, avanza anche l’idea di imporre nei confronti della Russia, o verso tutti i produttori, un tetto massimo di acquisto della materia prima per cui l’Unione Europea è disposta ad acquistare. Infatti, si fa leva sull’enorme potere contrattuale che l’Unione Europea, agendo come unica voce, può avere per contenere la speculazione. Sebbene la minaccia che la Russia possa bloccare completamente le forniture, il Vecchio Continente ne rappresenta tuttavia un cliente chiave poiché, in tempi normali, gli scambi di gas annuali ammontavano a circa 200 miliardi di metri cubi, che difficilmente possono essere rimpiazzati completamente da altri paesi. Infine, va considerato che se i prezzi del gas risultano artificiosamente troppo bassi, questo potrebbe stimolarne la domanda, in un contesto in cui si ragiona già di limitare i consumi di famiglie e imprese durante il prossimo inverno.
Fonti: Corriere della Sera, Investing.com, Reuters, TheIce.com
Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.
Nota settimanale 02.09.2022
- Panoramica macro
- Tetto al prezzo del gas e possibili ripercussioni
- Il meccanismo dei prestiti studenteschi negli Stati Uniti
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