L’oro è ai massimi storici
La rapida accelerazione del metallo giallo non accenna a diminuire, con i prezzi che questa settimana hanno toccato un nuovo picco a $2.400 l’oncia. La crescita delle quotazioni dell’oro, che di solito non è comune in uno scenario come quello odierno, dettato da elevati tassi di interesse, è dovuta perlopiù agli ingenti acquisti da parte delle banche centrali, in particolare quella cinese (PBoC – People’s Bank of China). A marzo, quest’ultima ha affermato che è il diciassettesimo mese consecutivo in cui incrementa le proprie scorte, mentre anche gli investitori stanno dimostrando sempre più appetito per il metallo prezioso, considerato un bene rifugio. L’oro, infatti, non garantisce nessun flusso monetario, ma permette di schermare parzialmente gli effetti dell’inflazione sul denaro, visto che la crescita dei prezzi porta ad una diminuzione del reddito reale. Tuttavia, in questa fase di mercato, l’aumento del suo costo-opportunità, dato dal fatto che gli investitori privilegiano i rendimenti dei titoli di stato Usa, sembra non giustificare il rally. Un altro grande sostegno ai prezzi sono infatti le tensioni geopolitiche in Medio Oriente, acuitesi a causa del recente attacco al Consolato iraniano di Damasco da parte degli israeliani. La situazione è tesa, mentre l’incertezza aumenta, con molti investitori che temono un ribasso sui mercati sulla scia anche di una rapida salita dell’azionario, portando quindi i più cauti a “premunirsi” comprando ulteriore oro.
A giocare un ruolo fondamentale sono anche le aspettative degli operatori. In linea con la teoria dei mercati efficienti, la situazione futura dell’oro è già stata prezzata dagli investitori, con le previsioni di un allentamento della politica monetaria Usa che stanno spingendo forti acquisti sul metallo giallo. Tuttavia, le incognite sui tassi restano, soprattutto alla luce del recente report sull’inflazione Usa, più elevata delle attese al 3,5%. Nonostante ciò, nel caso in cui quest’estate (le possibilità restano giugno o luglio) la Fed dovesse tagliare i tassi, i rendimenti obbligazionari dovranno adeguarsi al ribasso, privilegiando la diversificazione verso asset alternativi. L’oro non è però solo un investimento: ha un ruolo importante anche nell’industria, soprattutto quella elettronica (nei contatti elettrici), ma anche come conduttore di energia e calore (è uno dei migliori disponibili in natura). La domanda è in aumento anche alla luce dell’accresciuta produzione legata al mondo dell’IA, il che rende interessante una diversificazione degli investimenti verso le aziende del settore aurifero.
Fonti: Bloomberg, Financial Times, Reuters.
Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.
Nota settimanale 12.04.2024
- Panoramica macro
- L’oro è ai massimi storici
- Si apre la stagione delle trimestrali
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