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La Cina resta in difficoltà

by Giacomo Calef

La Cina resta in difficoltà

Il gigante asiatico è ancora indebolito da un mix di fattori – esogeni ed endogeni – che hanno minato le sue prospettive di crescita future. I risultati dell’indice cSebbene la realtà dei fatti vada al di là dei numeri, è fuori da ogni ragionevole dubbio che il settore industriale cinese è indebolito da un rallentamento globale indotto dalle nuove condizioni macroeconomiche dell’era post-pandemica. La salita dell’inflazione, e il conseguente aumento dei tassi di interesse, hanno provocato un calo degli ordini di beni manifatturieri a livello mondiale, causando una stasi nella “fabbrica del mondo”, che ne produce in grossa quantità (dall’elettronica all’abbigliamento) e su cui si impernia gran parte della sua economia. Ad aggravare il crollo della domanda aggregata vi sono state anche le difficoltà interne date da un esaurimento dei risparmi dei consumatori, accumulatisi durante la pandemia, e dalla crisi immobiliare che continua ad attanagliare il sistema economico del Paese. Proprio questo comparto, che rappresenta circa il 30% del PIL, sta frenando la crescita, che l’anno scorso si è comunque attestata al 5,2% mentre nel 2024 si dovrebbe avvicinare al 4,5%.

Nonostante questo, ieri il sondaggio Caixin dei servizi ha segnato un valore sopra le stime a 52,9, offrendo però solo poche consolazioni. Lo stesso giorno l’agenzia di rating Fitch ha declassato ben quattro asset manager cinesi citando, a sostegno delle proprie considerazioni, “un continuo deterioramento delle condizioni economiche del Paese e la mancanza di un adeguato sostegno da parte delle autorità governative”. La decisione di Fitch arriva solo poche settimane dopo l’avvertimento di Moody’s riguardo ad un possibile downgrade relativo al debito pubblico del Paese. Insomma, la Cina non è nella migliore delle situazioni, e questo ha stupito un po’ tutti visto che il consensus si attendeva, quasi all’unanimità, una ripresa molto vigorosa dopo l’eliminazione delle misure draconiane introdotte durante la pandemia. Sebbene il governo si sia impegnato ad alleggerire le regole sul capitale minimo di alcune banche e abbia rafforzato il suo sostegno verso i costruttori immobiliari più in difficoltà, la realtà economica resta difficile. Al netto di questo non stupisce che gli indici azionari cinesi siano scesi molto per tutto il 2023, in controtendenza rispetto ai benchmark mondiali, con il CSI 300 che è stato uno dei peggiori, perdendo il 12,6% nel periodo considerato e oltre il 42% dal picco del 2021. Detto questo, le nostre strategie hedge hanno fatto bene, considerando l’anno davvero complicato per i mercati cinesi. In conclusione, gli investitori non si sbilanciano, ma restano cauti su una sovraesposizione verso gli asset cinesi, anche se le valutazioni sono ormai diventate davvero molto attraenti.

 

Fonti: Bloomberg, Financial Times.

Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.

Nota settimanale 05.01.2024

  1. Panoramica macro
  2. La Cina resta in difficoltà
  3. Le minute delFOMC deludono

 

 

 

 

Disclaimer

Le performance passate non sono in nessun caso indicative per i futuri risultati. Le opinioni, le strategie ed i prodotti finanziari descritti in questo documento possono non essere idonei per tutti gli investitori. I giudizi espressi sono valutazioni correnti relative solamente alla data che appare sul documento. Questo documento non costituisce in alcun modo una offerta o una sollecitazione all’investimento in nessuna giurisdizione in cui tale offerta e/o sollecitazione non sia autorizzata né per nessun individuo per cui sarebbe ritenuta illegale. Qualsiasi riferimento contenuto in questo documento a prodotti finanziari e/o emittenti è puramente a fini illustrativi, ed in nessun caso deve essere interpretato come una raccomandazione di acquisto o vendita di tali prodotti. I riferimenti a fondi di investimento contenuti nel presente documento sono relativi a fondi che possono non essere stati autorizzati dalla Finma e perciò possono non essere distribuibili in o dalla svizzera, ad eccezione di alcune precise categorie di investitori qualificati. Alcune delle entità facenti parte del gruppo NS Partners o i suoi clienti possono detenere una posizione negli strumenti finanziari o con gli emittenti discussi nel presente documento, o ancora agire come advisor per qualsiasi degli emittenti stessi. I riferimenti a mercati, indici, benchmark, cosi come a qualsiasi altra misura relativa alla performance di mercato su uno specifico periodo di riferimento, sono forniti esclusivamente a titolo informativo.  Il contenuto di questo documento è diretto ai soli investitori professionali come definiti ai sensi della direttiva Mifid, quali banche, imprese di investimento, altri istituti finanziari autorizzati o regolamentati, imprese di assicurazione, organismi di investimento collettivo e società di gestione di tali fondi, i negoziatori per conto proprio di merci e strumenti derivati su merci, soggetti che svolgono esclusivamente la negoziazione per conto proprio su mercati di strumenti finanziari e che aderiscono indirettamente al servizio di liquidazione, nonché al sistema di compensazione e garanzia; altri investitori istituzionali, agenti di cambio e non è da intendersi per l’uso di investitori al dettaglio. Accettando questi termini e condizioni, l’utilizzatore conferma e comprende che sta agendo come investitore professionale o suo rappresentante e non come investitore al dettaglio. Informazioni aggiuntive disponibili su richiesta

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Antonio Mira
CHIEF FINANCIAL OFFICER, MEMBER OF THE EXECUTIVE COMMITTEE

Antonio Mira joined NS Partners in 2006 as Group Chief Financial Officer. He heads the corporate functions and is involved in coordinating and implementing the decisions of the Executive Committee.
An experienced bank auditor, Antonio started his career in 1995 with Arthur Andersen, where he worked for some 7 years before joining Ernst & Young in 2002 as a Senior Manager.
Antonio is a Swiss chartered accountant and a Business graduate of Lausanne University (HEC).

Sébastien Poiret
DEPUTY HEAD OF WEALTH MANAGEMENT

Sébastien Poiret joined NS Partners in 2008 and manages funds of hedge funds and private client mandates. He also oversees the development of the Group’s offices in Mauritius.

Prior to joining NS Partners, he served as a Trader, Head of Manager research and Portfolio Manager in the USA and Switzerland for a single hedge fund (1998-2004) and for Optimal (2004-2008), Grupo Santander’s fund-of-hedge funds operations.

Sébastien holds a Bachelor’s degree in Corporate Finance from the ESPEME Business School (EDHEC Group) and an MBA in Finance and Economics from the Institute of Business Administration, both in Nice.

Abir Oreibi
BOARD DIRECTOR

Abir Oreibi joined the Board of the NS Partners Group in 2018, where she brings her truly international perspective and rich experience.
Among many other ventures, Abir set up Alibaba.com’s first European office. After living and working in Shanghai, Hong Kong, Bangkok and London, she now lives in Geneva, where she is CEO of Lift Events, an organization that identifies technology trends, their business and social impact through the organization of events and open innovation programs. Issues related to the challenges and opportunities created by new technologies as well as the strategic responses from organizations are at the heart of Lift’s activities.
Abir holds a BA in Political Sciences from the University of Geneva. She is an investor, and member of advisory and innovation boards.

Romain Pidoux, CAIA

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Romain Pidoux joined NS Partners in 2011 and heads the Group’s Risk Management.
He started his financial career in 2005 as Head of Quantitative Analysis for a Swiss Family Office, selecting funds and managing portfolio allocation. In 2008, he switched to the alternative world and joined Peak Partners as hedge funds analyst.
He is a Chartered Alternative Investment Analyst (CAIA) and holds a Master’s degree in international relations from the Graduate Institute of International Studies at Geneva University.

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