I Paesi in via di sviluppo spingono la crescita globale
L’Occidente è all’avanguardia, godendo di elevati redditi, basso analfabetismo ed una buona qualità della vita, sebbene i suoi tassi di crescita si siano calmierati rispetto ai decenni passati. Al contrario, i Paesi in via di sviluppo mancano ancora di molti elementi strutturali, anche se la crescita del PIL è spesso portentosa. Europa e Stati Uniti sono leader grazie ad investimenti in conoscenza e tecnologie, che hanno portato ad una crescita dei salari reali e ad un incentivo a sostituire il lavoro, più costoso, con capitale fisso. Sulla scia di questo processo, anche altri Paesi hanno colmato il ritardo iniziale, e la Cina ne è un esempio. Il Paese è cresciuto del 5,2% nel 2023 (sopra il target del 5% fissato dal governo) e questo nonostante l’economia fosse frenata da innumerevoli esternalità negative. Le variazioni del PIL cinese si stanno però avvicinando ad una crescita marginale sempre più bassa. Tassi di crescita minori fanno quindi credere che il Paese sia ormai alla pari con l’Occidente, con il PIL cinese che difficilmente tornerà alle cifre comprese tra il 7% e il 10% annuale, segnate tra il 2010 e il 2015. Un Paese il cui sviluppo continua invece a stupire è l’India, che nel terzo trimestre dell’anno scorso ha segnato un incremento dell’8,4%, portando a rivedere in positivo le stime sull’anno al 7,6%. Qui il divario si fa però più ampio perché circa il 30% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, non contribuendo granché alla crescita economica.
Il “modello di sviluppo Occidentale” ha quindi potuto trasferirsi con successo solo in poche realtà. Infatti, molti altri fattori contribuiscono a questo processo, compresa l’educazione di massa e un efficace settore bancario. Al netto di Cina e India, però, altri Paesi si stanno affacciando sullo scenario globale. È il caso del Vietnam che mira ad una crescita annua tra il 6%-6,5% grazie ad un focus su esportazioni e turismo, attirando investimenti diretti esteri. Secondo una stima di UBS, la ricchezza globale crescerà del 38% entro il 2027, fino a ben $629 trilioni. Saranno tuttavia i Paesi in via di sviluppo a contribuire con la quota maggiore (56%) anche se contano solo per il 31% della ricchezza attuale. Il percorso evolutivo dell’economia globale sarà quindi non lineare, ma una crescita disomogenea potrebbe offrire opportunità di investimento in mercati poco concorrenziali, che potenzialmente possono garantire ritorni molto allettanti.
Fonti: Bloomberg, UBS, Financial Times.
Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.
Nota settimanale 01.03.2024
- Panoramica macro
- Il gas ai minimi dal 2021
- I Paesi in via di sviluppo spingono la crescita globale
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