L’importanza dei salari nel contrastare l’inflazione
I prezzi del petrolio, del gas naturale, delle materie prime, dell’elettricità e dei cereali sono diventati parte della nostra vita quotidiana nel corso del 2022. Tuttavia, alcuni di questi sono scesi significativamente rispetto ai picchi di aprile e maggio, come il prezzo del Brent che è crollato del 25% dall’inizio di giugno a oggi. Allora perché i mercati e le banche centrali sono ancora molto preoccupati per l’inflazione? La risposta potrebbe essere rappresentata dai salari, specialmente negli Stati Uniti.
Se analizziamo la componente di costo di beni e servizi, gli stipendi, negli USA, rappresentano la voce più influente, anche più delle materie prime. L’aumento dei salari spinge l’inflazione ed erode i margini aziendali. Osservando il grafico sopra riportato, possiamo notare che la retribuzione oraria media negli Stati Uniti, su base annua, è cresciuta del 5,20% al 31 agosto e l’indice del costo del lavoro è aumentato del 5,1% al 30 giugno. Inoltre, gli aumenti salariali tendono ad essere tra le componenti più durature dell’inflazione: una volta che i salari crescono, ci vuole un po’ di tempo per convincere sindacati e dipendenti ad accettare redditi inferiori. Perché i salari crescono così velocemente? La prima e più ovvia ragione è che i lavoratori vorrebbero mantenere il loro reddito, in termini reali, invariato. Il secondo motivo è che la domanda di lavoratori è molto alta negli Stati Uniti, con un’economia ancora in espansione da quando sono finiti i lockdown. Infatti, nel grafico si può notare che le offerte di lavoro sono alte e molte aziende sono disposte ad assumere nuovi lavoratori. Ricordiamo che con un tasso di disoccupazione attuale del 3,7%, tecnicamente, gli Stati Uniti stanno lavorando a pieno regime, considerando che la FED stima la piena occupazione al 4%. La terza ragione va ricercata nel fenomeno della “Great Resignation”, il quale si riferisce al gran numero di dimissioni verificatesi negli Stati Uniti durante ultimi 2 anni. Dunque, un tasso di partecipazione al mercato del lavoro più basso ha creato una mancanza di offerta, per cui le aziende sono costrette ad aumentare i salari per attirare i lavoratori. La paura del Covid, i programmi sociali generosi e le persone disposte ad andare in pensione prima sono le ragioni citate per spiegare questo tasso di partecipazione più basso. In sintesi, l’evoluzione dei salari è fondamentale per controllare l’inflazione, mantenere bassi i tassi d’interesse e mantenere i margini aziendali a livelli elevati. Per il momento, la stretta della FED diminuirà la domanda di lavoratori, ma è necessario un miglioramento sul lato dell’offerta per poter tornare a una crescita dei salari del 3% circa, che sarà più coerente con l’obiettivo generale della FED di un’inflazione intorno al 2%.
Fonti: NS Partners, Bloomberg
Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.
Nota settimanale 09.09.2022
- Panoramica macro
- L’importanza dei salari nel contrastare l’inflazione
- Le margin call del settore energy
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