Inflazione: quali differenze tra usa ed europa?
Le pressioni inflazionistiche rappresentavano un motivo di preoccupazione già prima dell’invasione russa ed ora sembrerebbe che possano persistere più a lungo nel tempo. Tuttavia, si osservi come l’inflazione europea presenti delle differenze rispetto a quella statunitense. A tal proposito, si osservino i valori dell’inflazione headline e core, con la prima che considera anche la crescita dei prezzi dei beni più volatili, come ad esempio l’energia, e la seconda maggiormente influenzata dal lato della domanda. Negli Stati Uniti, in particolare, l’inflazione è stata spinta da una forte domanda, con il PIL che aveva superato i livelli pre-pandemici già nel secondo trimestre del 2021.
A febbraio è stato registrato un +7,5% per la headline inflation, mentre il dato core, similmente molto elevato, ha segnato un +6% su base annuale. Infatti, nonostante le preoccupazioni per le tensioni geopolitiche, il Presidente Jerome Powell ha preannunciato che al prossimo meeting di Marzo la Federal Reserve dovrebbe comunque aumentare il costo del denaro ed ha dichiarato che verrà fatto tutto il necessario per contrastare le pressioni inflazionistiche. Inoltre, negli Stati Uniti sta incrementando anche il costo del lavoro in modo strutturale. Se guardiamo, invece, gli ultimi dati sull’inflazione europea, vediamo come l’headline inflation risulta più del doppio rispetto alla versione core: a Febbraio è stato registrato un +5,8% contro un +2,7% su base annuale. Solo i costi dell’energia, tra gli altri, hanno avuto un impatto superiore al +30%. Qui la crescita dei prezzi è data soprattutto dal lato dell’offerta e meno dalla domanda. Il PIL nell’Euro Zona è appena tornato ai livelli pre-pandemici, recuperando con ritardo rispetto agli Stati Uniti, e non si intravedono ancora significative pressioni salariali. Secondo alcuni analisti, inoltre, l’inflazione in Europa dovrebbe rimanere sopra al 5% almeno fino all’ultimo trimestre dell’anno corrente, con un impatto significativo che potrebbe ripercuotersi anche sulla crescita economica. Pertanto la Banca Centrale Europea, a differenza della FED, potrebbe mantenere le politiche monetarie espansive più a lungo del previsto. In questo contesto, dunque, preferiamo mantenerci cauti sull’outlook dell’inflazione e riteniamo opportuno che una piccola componente dei portafogli debba essere investita anche nelle commodities, con lo scopo di proteggersi da ulteriori indesiderati rialzi dei prezzi: due esempi potrebbero essere oro e rame.
Fonti: NS Partners Research, Bloomberg, Wall Street Journal, ecb.europa.eu, Il Sole 24 Ore
Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.
Nota settimanale 04.03.2022
- Panoramica macro
- Inflazione: quali differenze tra usa ed europa?
- La quotazione del petrolio sale a tre cifre
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