L’Indice Vix segna volumi record
L’indice Vix, che mostra le aspettative di volatilità future delle opzioni con sottostante l’S&P 500, è recentemente tornato a crescere, sulla scia di un indebolimento del trend rialzista dei mercati, generato dal deterioramento dei fondamentali macroeconomici e dal timore di elevati tassi di interesse a lungo. Secondo i dati del Cboe (Chicago Board Options Exchange), quest’anno il volume di opzioni sul Vix ha toccato un nuovo record, con una media di 742mila contratti scambiati giornalmente, valore salito del 40% rispetto all’anno passato, superando il massimo di 723mila segnato nel 2017. In particolare, il Cboe segnala che molti operatori stanno acquistando opzioni call, che conferiscono il diritto – ma non l’obbligo – di acquistare il sottostante ad un prezzo predeterminato, “scommettendo” quindi su un futuro aumento della volatilità a fini di copertura. Solitamente una marcata crescita del Vix si inserisce in un contesto di mercato ribassista e viene generalmente interpretata come un possibile segnale negativo. Questo potrebbe quindi indicare che gli operatori si aspettano ulteriore incertezza nei prossimi mesi, e dunque preferiscono privilegiare un atteggiamento prudenziale, evitando un’eccessiva esposizione sul mercato azionario.
Nonostante il Vix abbia un’indubbia utilità nel mostrare i timori del mercato, affibbiandosi infatti la nomea di “indice della paura”, alcuni investitori ne contestano la piena efficacia in quanto non tiene conto dei dati relativi alle opzioni a breve scadenza (0DTE), sempre più comuni, mancando quindi di precisione. Tuttavia, questo indice rimane un chiaro indicatore per comprendere la direzionalità del mercato nel breve termine. Il recente spike del Vix è diventato molto evidente anche per il fatto che quest’ultimo è rimasto relativamente basso per la maggior parte del 2023. La sua media di lungo periodo si attesta circa ad un valore di 20 e, fino ad oggi, la media per l’anno in corso si è stabilizzata a 17, toccando persino un minimo di 12,7 ad inizio settembre, rispetto ad un valore di 26 segnato nel 2022. L’indice della volatilità ha quindi mostrato un trend ribassista per la maggior parte dell’anno in corso e la sua repentina risalita potrebbe segnalare l’avvicinarsi di una fase di mercato particolarmente complicata. Le premesse di carattere fondamentale vanno certamente in questa direzione, soprattutto dopo il recente sell-off sul mercato obbligazionario e azionario, con l’economia che stenta a crescere e con le banche centrali che non intendono mollare la pressione data dagli elevati tassi di interesse.
Fonti: Financial Times, Bloomberg
Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.
Nota settimanale 06.10.2023
- Panoramica macro
- L’Indice Vix segna volumi record
- Il lusso punta sui mercati emergenti
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