Europa: servono più investimenti e unione
Negli ultimi anni, l’Europa si è trovata ad affrontare le sfide economiche e geopolitiche più complesse della sua storia recente. Il vecchio modello basato sul gas russo a basso costo e sul libero commercio globale sta rapidamente svanendo, lasciando il continente in una posizione di debolezza rispetto a Stati Uniti e Cina. Dal 2000, il PIL pro capite dell’UE, in termini reali, è inferiore di circa un terzo rispetto a quello degli Stati Uniti, e circa il 70% di questo divario è attribuibile alla minore produttività. A differenza degli USA, che godono di facile accesso a risorse tecnologiche ed energetiche, e della Cina, forte nella manifattura e nel controllo delle risorse, l’Europa affronta una significativa dipendenza da varie materie prime e una carenza di infrastrutture tecnologiche adeguate. Il recente report di Draghi mette in luce problemi che l’Europa conosce da tempo, ma che non si sono voluti risolvere in maniera unitaria. Dal grafico si nota che l’Europa cresce più lentamente degli Stati Uniti del 30% e ciò è dovuto soprattutto alla mancanza di investimenti in digitalizzazione in Europa, che sta trainando le maggiori economie. A ciò contribuiscono anche le crescenti tensioni geopolitiche che stanno inevitabilmente rallentando il commercio globale, che ammonta a quasi il 45% del Pil europeo.
La questione dell’energia in Europa, poi, è cruciale: le aziende europee pagano prezzi dell’energia molto più alti rispetto ai concorrenti americani, una differenza che pesa fortemente sulla competitività. L’ex Premier cerca di offrire delle soluzioni per colmare il gap che separa l’Europa da US e Cina, ponendo l’accento su ingenti investimenti, fino a 800 miliardi di euro l’anno, per sostenere l’innovazione e rafforzare la competitività. Questi investimenti richiedono un impegno politico straordinario e una cooperazione tra i Paesi europei, non facile da realizzare, soprattutto per le resistenze, ad esempio, della Germania, contraria a dover pagare il debito degli altri Paesi europei. Però non dimentichiamoci che in Europa abbiamo già dei player molto importanti e il know-how non ci manca e che si dovrebbe continuare a creare campioni europei nei diversi settori. Un esempio è rappresentato da ASML Holding, un’azienda olandese che riveste un ruolo cruciale nella catena globale di approvvigionamento dei semiconduttori. ASML è l’unica realtà al mondo in grado di produrre macchinari per la litografia estremamente avanzati, indispensabili per la produzione di chip di ultima generazione. Nel settore farmaceutico, spicca Novo Nordisk, recentemente salita alla ribalta per lo sviluppo di farmaci innovativi per il trattamento dell’obesità, consolidando ulteriormente la sua leadership globale nel campo delle malattie metaboliche e del diabete.
Fonti: Bloomberg, Reuters, Commissione Europea.
Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.
Nota settimanale
- Panoramica mercati
- Europa: servono più investimenti e unione
- L’inflazione usa al centro dei riflettori
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